sabato 4 febbraio 2012

anno 2000 verso Tallin

Appena tornai da Capo Nord, con l'entusiasmo e l'euforia che ancora mi portavo dentro, mi misi subito al lavoro per pianificare un altro viaggio.
Desideroso di comunicare la mia esperienza ad altri, telefonai alla redazione della rivista Airone nel tentativo di  pubblicare il resoconto del viaggio nella loro testata . Con grande stupore l'idea fu accolta di buon grado, la redattrice, giovane e simpatica, collaborò con energia per pubblicare il mio viaggio pochi mesi dopo.
Era strano essere anch'io il protagonista e comunicatore di quella rivista che leggevo da anni.

Pochi giorni dopo che il mio articolo faceva il giro d'Italia, mi arrivò una telefonata.
Era un cineoperatore, aveva letto del mio viaggio e voleva incontrarmi nel suo ufficio a Rosignano.
Naturalmente mollai tutto e mi precipitai.
La sua idea era di collaborare con me per fare documentari naturalistici e di viaggi, filmare e vendere i prodotti alle emittenti satellitari. La risposta non poteva che essere affermativa.
  
riprese di una festa folcroristica sull'isola di Kihnu

 gruppo di ragazze con i vestiti tipici, che indossano quotidianamente, sull'isola di Hiumaa
 la piazza principale di Tallin con le tipiche case colorate.
 Una delle caratteristiche dell'Estonia sono gli innumerevoli fari
Iniziammo così a pianificare la nostra prima meta e, avendo un budget ridotto, cominciammo con l'angosciante ricerca di fondi da parte di sponsor.
Centinaia di telefonate, appuntamenti inutili, per poi racimolare pochi capi di abbigliamento ed alloggi gratuiti lungo il percorso che avremmo scelto.
La nostra meta era Tallin, la capitale estone: dovevamo girare un documentario sulla città e le isole di Hiumaa e Kihnu. Partimmo a Luglio, con la Fiat Punto di mia madre. Macinammo km su km e grandi litigi per un'evidente incompatibilità caratteriale e stile di vita.
I viaggi itineranti stancano, disorientano, stressano, per il continuo movimento e perdita di ogni punto fermo.
Continuammo comunque il nostro lavoro portandolo a termine. Era divertente organizzare le riprese, vedere le  persone che collaboravano, feste folcroristiche allestite per i nostri obbiettivi, gionalisti estoni che ci intervistavano, era bello, ma finì tutto con il ritorno a casa.
Il cineoperatore, provò a trattenermi per continuare con il nostro lavoro insieme, ma per me, con lui, finiva li.
Malgrado tutto conservo dei bei ricordi: attraversare la Polonia, la Lituania, Lettonia, l'Estonia, hanno rappresentato l'inizio della consapevolezza di quanto siano diversi i popoli e le culture tra loro, di quanta forza, energia e sacrificio ci sia dentro l'uomo per poter essere libero.




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